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SANTA CATERINA VOLPICELLI

FONDATRICE CONTEMPLATIVA E APOSTOLICA​

Caterina Volpicelli è una figura singolare di apostolicità d’avanguardia nel suo orginale porgersi a servizio della Chiesa e della società, nell’individuazione dei segni dei tempi e nel creativo relazionarsi ad essi.

fattasi volontariamente povera, da ricca che era, divenne madre e maestra di tantissime anime, in un periodo storico in cui gli avvenimenti politici diedero un assetto nuovo al Regno di Napoli e alla Penisola: i moti del 1848, l’annessione al nuovo Regno d’Italia e la fine del potere temporale dei Papi. Napoli, improvvisamente declassata da capitale ad estrema periferia di un nucleo di interessi non più mediterraneo, ma centro europeo, viveva enormi conflitti da un punto di vista sociale e culturale. La fascia di povertà si era dilatata e il clima dominante, massonico e anticlericale cercava di colpire definitivamente la tradizione cattolica in cui il popolo era radicato.

Caterina Volpicelli, nata a Port’Alba in Napoli il 21 gennaio 1839 da una famiglia dell’alta borghesia, trascorse un’infanzia felice, ricevendo dai genitori esempi di onestà e generosità;“Siamo figli di santi” scriverà al fratello, in età matura. L’educazione familiare trovò il suo completamento nel collegio di San Marcellino, Reale Educandato “Maria Isabella di Borbone”,dove dimorò da sette a dodici anni, guidata dall’eccellente maestra Margherita Salatino (che sarà poi confondatrice,insieme al Beato Ludovico da Casoria, delle Suore Francescane Elisabettine Bigie). Ivi apprese le lettere classiche, le lingue straniere, la musica, formazione che proseguì in casa, successivamente, alla scuola di insigni precettori, fra i quali il famoso Rodinò.

Nel 1849 Pio IX, esule a Gaeta, visitò quell’educandato, accolto dall’omaggio festoso delle alunne: un inno, composto per la circostanza, fu suonato su tre pianoforti da ragazze, a diciotto mani; una di quelle piccole pianiste era Caterina. Il Papa commosso, impartì loro una benedizione “di innocenza e santità ”. Verrà un giorno in cui la Volpicelli offrirà alla Chiesa e al Papa le armonie apostoliche della sua Famiglia Religiosa,ma prima dovrà superare la crisi dell’adolescenza. Benessere, ingegno, cultura, bellezza: tutto le faceva presagire un avvenire brillante nella società, tuttavia il Signore aveva altri progetti su di lei.

Trascorse sette mesi fra le Sacramentine, Monache Adoratrici perpetue in Napoli, ma per motivi di salute fu costretta a tornare in famiglia. L’esperienza claustrale l’aveva maturata profondamente, inducendola ad un esame attento del mondo che la circondava. L’unità d’Italia, per Napoli, non significò solo la fine di un’epoca, ma anche la soppressione di conventi. In casa divenne l’affettuosa confortatrice del padre, gravemente ammalato,maestra di catechismo delle persone di servizio.

Si recava frequentemente all’Ospedale degli “Incurabili” in Napoli,portando sollievo agli infermi e preparandoli ai Sacramenti.

Visitava i “bassi” della città, privi di aria e di luce, abitati dall’umile gente del popolo; il suo arrivo era come un raggio di sole e una ventata d’aria pura.Si orientò sempre più verso una vita di piena consacrazione a Dio e di attività apostolica, circondandosi di valide collaboratrici che condividevano i suoi ideali. “Pescatrice di anime nel mondo” la definì P. Ludovico da Casoria.

Ella voleva una congregazione eterogenea nella sua composizione: un ramo di Religiose di vita comune con la professione dei voti di povertà, obbedienza e castità, senza alcuna divisa, le Ancelle del S. Cuore; un ramo di anime consacrate, nubili, viventi nelle loro abitazioni, le Piccole Ancelle, con la possibilità di diventare Sorelle esterne dopo dieci anni; le Aggregate, spose e madri, per la santificazione della famiglia e l’evangelizzazione capillare. L’idea era nuova, e sembrò rivoluzionaria, profeticamente anticipatrice degli Istituti secolari, che troveranno il loro riconoscimento nel Concilio Vaticano II.
Il Cardinale Sisto Riario Sforza, arcivescovo di Napoli, approvò le prime Regole del nascente Istituto poiché era convinto che Caterina fosse un’anima ispirata da Dio, suscitata in tempi difficili per la Chiesa e la società, in seno alle quali ateismo e massoneria costituivano una forte opposizione. Il Papa Leone XIII espresse la sua ammirazione per l’opera della Volpicelli: “è quello che ci vuole per i nostri tempi” e il 13 giugno 1890 le accordò il Decreto di Lode.

Il 28 dicembre 1894 Caterina Volpicelli morì in fama di santità, fu dichiarata Venerabile il 25 marzo 1945 da Papa Pio XII, beatificata il 29 aprile 2001 e canonizzata il 26 aprile 2009 da Benedetto XVI.

Visita il sito delle Ancelle del Sacro Cuore

Puoi visitare il sito delle Ancelle del Sacro Cuore di Santa Caterina Volpicelli al link

 

www.santacaterinavolpicelli.com

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