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La storia

L’analisi del contesto territoriale costituisce un presupposto essenziale per rispondere con coerenza ai bisogni educativi del quartiere, rilevandone sia le condizioni di vita (economiche, politiche, sociali e culturali), sia le richieste formative che provengono dal territorio. E’ importante osservare il contesto da cui provengono gli allievi, per definire meglio le scelte formative della scuola, valorizzando tutte le risorse che l’ambiente possiede e commisurando ad esso gli interventi. L’istituto, diretto dalle ancelle del S. Cuore della Beata Caterina Volpicelli, appartiene al 49°distretto scolastico e sorge nella zona orientale di Napoli. La nostra scuola insiste su un territorio periferico, Ponticelli, al confine con il quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. Le ancelle iniziarono l’attività nel loro Istituto con un giardino d’infanzia il 3 gennaio del 1920; fu inaugurata una nuova costruzione il 9 giugno del 1935 che ospitava l’asilo già esistente e le prime classi elementari. Più tardi nel 1961 la scuola media, il cui finanziamento ha avuto termine nell’anno 1973. L’istituto è inserito in un ambiente socio-economico-culturale modesto. Nelle zone limitrofe c'è la presenza di microcriminalità ed un'annosa mancanza di spazi di aggregazione. Il quartiere presenta una prevalenza di abitanti di non elevato livello socio-economico: accanto ad operai, agricoltori, piccoli commercianti o ambulanti, piccoli imprenditori definiti tali solo perché proprietari di officine a gestione familiare, si rileva anche un considerevole numero di sottoccupati, inoccupati e disoccupati.

La scuola opera, quindi, in un territorio di periferia metropolitana, che presenta, come molte periferie delle grandi città, problemi di degrado, disgregazione sociale, disagio adolescenziale.

Negli ultimi anni sono stati diversi gli inserimenti di alunni stranieri e la platea scolastica risulta molto diversificata sotto il profilo socio-economico-culturale, con la coesistenza di differenti stili di vita ed educativi. Da un’attenta analisi, si nota che alla quasi generale attenzione alla cura personale dei figli, non corrisponde un altrettanto generale cura per l’educazione e l’istruzione: i genitori, per ragioni di lavoro o per forma mentis, delegano alla scuola ogni compito di istruzione ed educazione.

La convivenza democratica e l’interazione tra le varie realtà socio-culturali sono causa di un costante lavoro di integrazione non privo di conflitti, e l’aggregazione tra alunni, provenienti da molteplici e diversificati contesti, è uno dei cardini del nostro operato.

La scuola primaria, con organizzazione a tempo pieno, si distingue proprio per questa caratteristica su un vasto territorio. La platea, che precedentemente si aggregava nettamente rispetto alle scelte del tempo scuola, facendo confluire nel tempo pieno le fasce più disagiate, oggi si distribuisce in modo più uniforme, anzi è aumentata la richiesta di tempo pieno per soddisfare le esigenze lavorative dei genitori, qualunque sia lo status sociale di provenienza. In questo contesto, quindi, la Scuola opera seguendo le più moderne metodologie didattiche ed impegnandosi ad attuare, nel migliore dei modi, il proprio dovere di agenzia formativa dello Stato. È questo un compito che si presenta spesso molto arduo, ma che viene altresì affrontato con impegno da tutte le componenti dell’istituto: dai docenti al personale amministrativo, dagli ausiliari agli assistenti materiali, in ogni momento dell’anno scolastico, per garantire, nella totale sicurezza, la crescita psicofisica degli alunni. Cittadinanza attiva, educazione alla legalità, condivisione dei valori di etica e civiltà costituiscono i principi fondanti della strategia educativa, che convoglia la massima attenzione nell’impegno alla prevenzione della dispersione scolastica, sia per quel che concerne il recupero strumentale degli alunni che presentano problemi nella alfabetizzazione di base, sia per quanto riguarda l’aspetto relazionale, per garantire a ciascuno il pieno successo formativo. A tal fine la progettualità della scuola è tesa al coinvolgimento costante e significativo delle famiglie, soprattutto quelle degli alunni a maggior rischio di dispersione e di devianza, con lo scopo di stimolare e sostenere lo sviluppo di relazioni sociali positive, spesso negate nell’ambiente di provenienza. 

Tale compito, portato avanti negli anni con costanza e determinazione dalla scuola, le ha consentito di costruire intorno a sé una stretta rete, territoriale e non, concreta e fattiva, con le altre Istituzioni, l’ASL, i Servizi Sociali, La Municipalità, il Comune, la Regione, con alcune Fondazioni, e con il terzo settore, il mondo dell’Associazionismo, il privato Sociale, le parrocchie, i centri culturali, i centri sportivi, ecc…. Rappresentativa ed operosa la presenza delle Associazioni di genitori, che affiancano la scuola nel suo complesso compito e con essa condividono principi, attività, iniziative, intenti, valori.

In un contesto esterno non di rado “ostile”, si realizza  un sapere connesso e complesso, si educa ai valori, alla partecipazione e alla cittadinanza, si pratica il difficile esercizio della tolleranza e della solidarietà, si promuove il senso identitario dell’appartenenza, si elabora un progetto di vita che guarda al futuro.

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